Lavoro e percorsi esperienziali per staccare la spina: tre startup offrono strutture alternative alla postazione in città

Diversi studi dedicati al tema dello SMART WORKING parlano chiaro: una fetta consistente di lavoratori non rientrerà in azienda nei mesi a venire. O perlomeno lo farà part time e in modo alternato ai colleghi.

Il lavoro da remoto, per molte organizzazioni, sta diventando una soluzione stabile e di conseguenza si prefigura la necessità di renderlo meno “domestico” per preservare la produttività e gli equilibri familiari. Come conciliare le varie esigenze? Per esempio trasferendo l’ufficio in albergo.

È quanto propone DayBreakHotels, startup romana nata nel 2014 per rendere disponibili a prezzi scontati anche di giorno stanze e servizi di alberghi di lusso in una ventina di Paesi del mondo (solo in Italia sono 2mila le strutture affiliate) e che dalla fine del lockdown in avanti ha trasformato per l’appunto le camere di oltre 5mila hotel in ambienti di lavoro temporanei. Il risultato? Una crescita delle prenotazioni della clientela business del 300% e un aumento di circa tre volte delle domande di affiliazione.

Camere d’albergo a misura di smart worker

Il modello, almeno sulla carta, è semplice: rendere “liquidi” gli spazi solitamente adibiti ai clienti che pernottano per mettere a disposizione dei professionisti, in modalità on demand, tutti i servizi che queste strutture hanno da offrire: sale riunioni, Spa, piscina, palestra, ristorante. L’albergo, insomma, diventa una soluzione a prezzi accessibili, sicura e in grado di rispondere in toto ai bisogni degli smart worker, che sono in prevalenza uomini (nel 65% dei casi), abitano in un grande centro (la metà) e hanno figlio in età scolare (tre su quattro). E sono sia freelance sia collaboratori e dipendenti di studi professionali e società di consulenza.

Fra i servizi più usati dagli utenti di DayBreakHotels, prenotabili e gestibili in una sezione dedicata del sito, spiccano la meeting room attrezzata con connessione Wi-Fi a banda larga e il business lunch servito in camera o in giardino. I costi delle camere e degli appartamenti per lo smart working per un giorno (dalle 8 alle 20) partono da 49 euro mentre per la settimana lavorativa (5 giorni) servono almeno 199 euro.

Itinerari vacanzieri per i lavoratori flessibili

Si chiama WeRoad Smart Working, è il nuovo progetto della nota community di viaggiatori e nasce per coniugare il desiderio di evasione e di conoscere nuove persone con la possibilità di lavorare da remoto.

Alla base dell’iniziativa, rivolta a singoli individui ma anche ad aziende, c’è sempre il richiamo del viaggio fuori stagione, cui si aggiunge la possibilità di fare remote working soggiornando in ville di località di mare, montagna o campagna, ovviamente dotate di connessione Wi-Fi e di zone comuni per socializzare durante la pausa caffè. Nel pacchetto, della durata minima di una settimana, con check-in ogni sabato e un coordinatore WeRoad come host della villa, non mancano quindi opzioni per staccare la spina dal lavoro con escursioni nella natura o percorsi esperienziali sul territorio.

L’idea d fondo, come ha detto Erika De Santi, Managing Director di WeRoad, è quella di abbinare a un nuovo modo di lavorare lontano da casa allineato ai protocolli di sicurezza in vigore una nuova frontiera di viaggio, pensata per allungare la presenza degli ospiti nei luoghi che vivono di turismo stagionale. Gli itinerari prenotabili online al momento sono quattro, tutti in Italia, e comprendono la Valle d’Aosta nell’area del Monte Bianco, il Chianti, la Costiera Sorrentina e i Castelli Romani.

Al computer con vista sui colli senesi

Montepulciano, bassa Toscana, circa 60 km da Siena. Qui gli ospiti americani costituivano fino all’anno passato il 65% delle presenze turistiche e qui è nato una startup innovativa, Smartway, che aspira a diventare una piattaforma di riferimento per gli smart worker amanti del paesaggio collinare, della storia medievale e delle tradizioni enogastronomiche.

Il portale nasce rispetto a tre principi: selezionare e proporre ai clienti solo strutture ricettive dotate di connettività Internet veloce in fibra (o con velocità minime di 40Mbps) e postazioni di lavoro adeguate; migliorare il worklife balance attraverso strumenti dedicati e garantire almeno il 33% di risparmio sui costi nominali di pernottamento e dei servizi a corredo (dal pranzo di lavoro in osteria alla lavanderia per arrivare al noleggio di moto e bici).

Si parte da Montepulciano ma l’idea è di estendere il servizio in tutta Italia e in particolare nel resto della Toscana, in Umbria, Basilicata, Molise e Puglia. Il target di utenza che Smartway vuole raggiungere è espressamente quello degli smart worker che viaggiano e le strutture individuate per ospitarli spaziano dagli agriturismi agli appartamenti nel centro storico, dai B&B ai boutique hotel.

Il periodo di soggiorno e di fruizione dei servizi è pensato mediamente sui 10 giorni e il modello di prenotazione è il seguente: si sceglie la struttura preferita in base a location, zona e costi; si entra in contatto con il proprietario dell’alloggio e quindi si fissano le date concludendo il pagamento direttamente online.

Le strutture che hanno già aderito al progetto sono già oltre una ventina e a ogni “owner” è data la possibilità di utilizzare una dashboard per gestire in modo autonomo le prenotazioni (la commissione per Smartway è pari al 10% su tutti i servizi acquistati). Il sogno di Smartway, se il modello funzionerà, è quello di intercettare entro fine 2021 anche gli ospiti, naturalmente smart worker, stranieri.

Articolo tratto da IlSole24Ore.com: Link all’articolo